Napolitano e Fini ricordano De Nicola

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  1. Dailypain
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    Cerimonia in onore del primo presidente della Repubblica
    Napolitano: non smarrire senso comune interesse nazionale

    NAPOLI (5 gennaio) - Napoli blindata per la cerimonia in onore di Enrico De Nicola, il primo Presidente nella storia della nostra Repubblica. Giorgio Napolitano ricorda la lezione di De Nicola a 50 anni dalla morte, nel corso di una cerimonia alla quale partecipano il presidente della Camera Gianfranco Fini e numerose altre autorità. Nel suo discorso Napolitano afferma che c'è molto da imparare dall'esempio di De Nicola nell'Italia di oggi, in particolare la necessità di «non smarrire il senso comune dell'interesse generale».

    De Nicola, aggiunge, fu decisivo garante delle sorti del paese nel passaggio monarchia-repubblica.
    Napolitano ha detto che cerca sempre di imparare «da quel che fu contestato a De Nicola come incorreggibile "formalismo" e che in realtà era correttezza e rigore nell'esercizio, da parte di ogni soggetto istituzionale, del proprio ruolo e dei propri poteri, rispettandone sempre i limiti invalicabili. È qualcosa - ha detto - che anche negli anni di De Nicola Capo dello Stato, provocava insofferenza in altri soggetti istituzionali. Ma egli ci ha lasciato anche una lezione di serena fermezza e di ciò gli siamo egualmente grati». Sul «debito di riconoscenza» che l'Italia repubblicana e chi è stato suo successore alla Presidenza della Repubblica deve riconoscere, Giorgio Napolitano ha insistito in vari passaggi del suo discorso.

    Napolitano: «Seguo la rotta aperta dal mio primo predecessore». «De Nicola fu dunque in sostanza l'uomo - ha detto Napolitano nel discorso a Castelcapuano, antica sede del Tribunale - che presiedette a una duplice ardua transizione: quella dalla Monarchia alla Repubblica e quella dalla nascita della Repubblica alla sua costituzionalizzazione guadagnandosi così un posto, nella storia dell'Italia, moderna che resta ancora da valorizzare pienamente. E fu colui che gettò le prime basi dell'esercizio della funzione presidenziale che avrebbe poi trovato un compiuto assestamento nel settennato di Luigi Einaudi. Posso ben dire che ancora oggi ci si muove lungo la rotta aperta dal mio primo predecessore».

    «Non smarrire il senso del comune interesse nazionale». «Ma voglio soprattutto dire qualche parola - ha concluso - sull'esempio che nello svolgimento del mio mandato di presidente ho tratto e più che mai traggo dal magistero di Enrico De Nicola. In primo luogo, il supremo, tenace attaccamento alla necessità di un clima di unità nazionale. Se egli nel messaggio del 15 luglio 1946, parlò di difficoltà gigantesche da superare, dell'opera immensa di ricostruzione politica e sociale da portare avanti sostenendo che di fronte a ciò la sola forza di cui disponesse l'Italia fosse la nostra indefettibile unione, oggi in condizioni per nostra buona sorte così profondamente mutate abbiamo ancora molto da imparare e da trarre da quella lezione. Una lunga strada è stata percorsa nello svolgimento, pur tra forti difficoltà ed evidenti anomalie, della nostra esperienza democratica, culminata nel passaggio a una democrazia dell'alternanza. Ma la libera dialettica di posizioni e di ruoli tra maggioranza e opposizione non esclude che si riproponga, in momenti di serie prove per il Paese, l'esigenza di non smarrire il senso del comune interesse nazionale».

    Fini: serve coesione nazionale. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sottolineato durante la cermonia il carattere unificatore e pacificatore di Enrico De Nicola nel suo intervento. «L'esperienza di De Nicola costituisce un prezioso insegnamento sulla via di una riaffermata appartenenza di tutti gli italiani alla stessa comunità nazionale», ha detto Fini che ha aggiunto: «L'affermazione di quella che è stata chiamata la democrazia dell'alternanza e la fine delle contrapposizioni ideologiche ripropongono l'esigenza di valori unificanti e condivisi, essendo comunemente accettata l'idea che in un sistema di democrazia bipolare ciò che unisce è altrettanto importante di ciò che divide». Il presidente della Camera indica Enrico De Nicola «come uno dei personaggi-simbolo della pacificazione nazionale e come un uomo che seppe anteporre il superiore interesse dell'Italia alle pur legittime e necessarie idealità di parte». «La sua lealtà alla monarchia - ha aggiunto Fini - non gli impedì infatti di accogliere il voto dell'Assemblea Costituente che lo designò Capo provvisorio dello Stato, permettendo così al Paese di costruire senza lacerazioni destabilizzanti il suo futuro democratico e costituzionale».
     
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0 replies since 6/1/2010, 00:56   53 views
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