Cittadinanza agli stranieri, è scontro alla Camera

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  1. Dailypain
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    All'esame il ddl voluto dal governo: norme più severe per essere italiani.
    Opposizione e Fini contrari: si pensa al testo proposto da Sarubbi e Granata

    ROMA
    Al via nell’aula di Montecitorio l’esame delle nuove norme per l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte degli immigrati nel nostro paese, che vede una scomposizione e contrasti trasversali negli schieramenti politici. Il testo licenziato a maggioranza in commissione da parte del Pdl e dalla Lega conferma di fatto la normativa esistente, a partire dal limite di 10 anni per poter fare richiesta di cittadinanza, ma rendendola più severa per alcuni aspetti. Al contrario centrosinistra e la parte del Pdl vicina al presidente della Camera, Gianfranco Fini, si rifanno al testo proposto dai parlamentari Sarubbi (Pd) e Granata (Pdl), per la cosiddetta "cittadinanza facile", con la riduzione del limite per la richiesta a 5 anni in determinate circostanze.

    Per la relatrice di maggioranza, Isabella Bertolini (Pdl), le nuove norme sulla cittadinanza si rivolgono a chi venga in Italia veramente per restare e a «completamento di un proficuo processo di effettiva integrazione». Tra i requisiti necessari vengono inseriti l’obbligo di frequenza delle scuole italiane, il possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo, la frequentazione di un corso annuale propedeutico al completamento del percorso di cittadinanza. Rammentate le criticità emerse nel corso dell’esame in commissione sulla quantificazione degli oneri finanziari, Bertolini ha, infine, sottolineato la necessità di «una ulteriore riflessione sulla materia, nell’auspicio di pervenire a un testo che fissi percorsi e termini certi».

    Opposto il giudizio del relatore di minoranza, Gianclaudio Bressa (Pd), che ha evidenziato come «i diritti fondamentali dovrebbero sempre essere al centro dell’agenda politica» e di qui nasca l’esigenza di «una riforma della legislazione in materia di cittadinanza che voglia adeguarsi alla realtà dei tempi e restituisca l’uguaglianza di opportunità che l’articolo 3 della Costituzione garantisce a tutti». In questo senso per Bressa «la proposta della maggioranza segna addirittura un passo indietro rispetto alla legislazione attuale», mentre il testo alternativo «concepisce la cittadinanza come punto di arrivo di un percorso di integrazione sociale e culturale già avviato, ma anche come punto di partenza per il completamento dello stesso».

    Duro anche il commento di Franceschini: «È una legge pessima: un passo indietro. Adesso vediamo se alle tante parole e ai tanti proclami pronunciati da esponenti della destra seguiranno comportamenti coerenti in sede di voto». E poi:« Le nostre proposte sono molto chiare da mesi.Ora è finita la fase dei dibattiti accademici.In aula ci debbono essere i voti ed è momento che ciascuno si assuma le sue responsabilita».
     
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  2. Dailypain
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    Parla Isabella Bertolini, Pdl, relatrice del ddl all'esame della Camera
     
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1 replies since 23/12/2009, 05:06   54 views
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